Bruce H. Lipton, “La Biologia delle credenze”: la riflessione del grande biologo statunitense

Con questo interessantissimo testo dal titolo La Biologia delle credenze, MacroEdizioni, Bruce H. Lipton, biologo cellulare di fama mondiale, riesce a dimostrare in maniera evidente che non è il DNA a determinare la nostra vita ma bensì l’ambiente. In pratica a definire ciò che noi siamo sono i nostri pensieri e le nostre esperienze.

Il tutto parte da quella che lo stesso autore chiama “un intuizione scientifica che mandò in frantumi le mie convinzioni sulla natura della vita”, ovvero che ogni singola cellula è controllata dal suo ambiente fisico ed energetico e non dai suoi geni e se ogni cellula è controllata dalla propria consapevolezza dell’ambiente lo stesso discorso vale per l’uomo che è composto da miliardi di cellule. Per cui la conclusione è semplice: “il carattere della nostra vita non è determinato dai nostri geni, ma dalle risposte agli stimoli ambientali che azionano la vita”. L’attività dei geni viene infatti innescata dall’ambiente.

Lipton attraverso La Biologia delle credenze non solo mette in discussione il dogma centrale della biologia che aveva individuato nei geni i soli elementi capaci di controllare la vita, ma dimostra anche che non dobbiamo più considerare il nucleo della cellula come cervello della sua attività.

Il cervello della vita cellulare è, secondo Lipton, la membrana e il segreto della vita non sta nel DNA ma nella comprensione dei meccanismi biologici della membrana cellulare.

Gli elementi principali di una cellula sono il nucleo, i mitocondri, la membrana esterna e il citoplasma. Il primo contiene il materiale genetico mentre i secondi producono energia. In passato non si poteva immaginare che la membrana fosse così importante. Lipton si spinge dove nessuno aveva mai osato neanche guardare, affermando che “le operazioni della cellula sono modellate principalmente dalla sua interazione con l’ambiente e non dal suo codice genetico […] se si distrugge la membrana la cellula morirebbe all’istante, esattamente come se all’uomo esportassero il cervello”.

Alla luce di queste considerazioni è facile comprendere come questa nuova e diversa impostazione determini anche nell’uomo una diversa riflessione. Se la cellula come la definisce Lipton è “un essere umano in miniatura”, in grado di vivere autonomamente, dotata d’intenzionalità e di scopo, capace di apprendere dall’ambiente e di creare una memoria da trasmettere alla cellule figlie e l’uomo è composto da cinquanta trilioni di cellule, è facile dedurre che noi condividiamo congenitamente i modelli base di comportamento essenziali delle nostre cellule.

La Biologia delle credenze di Lipton, apparentemente, potrebbe sembrare solo un grande trattato biologico, ma è doveroso puntualizzare che ci troviamo dinnanzi anche a un grandissimo testo scientifico-filosofico, proprio perché partendo dalla biologia giunge a parlare del benessere, della salute, della felicità dell’uomo e del suo ruolo all’interno del pianeta.

Le riflessioni del biologo statunitense sono una più accattivante dell’altra. Ogni analisi è supportata da esperimenti e resa accessibile con degli esempi sbalorditivi, ma la cosa sconvolgente è percepire come le certezze di un biologo crollino dinnanzi ad alcuni ragionamenti. Una delle più incredibili è quella dove si prende in considerazione il fatto che, come dice Lipton: “a livello atomico non possiamo neppure affermare con certezza che la materia esista. Esiste soltanto come tendenza a esistere”. Qui s’introduce un bellissimo capitolo sull’illusione della materia, l’analisi dei quark e il fatto che l’atomo non ha struttura perché mettendolo a fuoco al microscopio si osserva solo uno spazio vuoto. Gli atomi sono fatti di energia invisibile e non di materia tangibile. Quando si studiano le loro proprietà fisiche gli atomi sembrano materiali e si comportano come se lo fossero ma rivelano anche le caratteristiche e le proprietà dell’energia.

Materia ed energia dunque sono la stessa cosa. Einstein lo racchiuse nella sua famigerata formula: E=mc2 , formula che rappresenta la più grande intuizione che la mente dell’uomo abbia mai potuto concepire. L’energia e la materia dunque sono strettamente interconnesse e non possono essere considerate in nessun modo entità separate.

Lipton, subito dopo introduce sapientemente una questione molto delicata e cioè quella dei danni irreparabili che i medicinali causano all’uomo e della nostra mania dei farmaci, fino a giungere al capitolo Biologia e Credenze che affronta in maniera convincente la tematica della mente, il conscio, il subconscio, il controllo della mente sul corpo, l’importanza di ascoltare il linguaggio delle cellule, l’effetto placebo e quello nocebo.

Dopo aver affrontato anche un altro bellissimo argomento, quello della genitorialità consapevole, nel settimo capitolo, Lipton giunge all’ultima parte, dove nell’epilogo introduce l’elemento spirituale a cornice del suo lavoro.

Siamo fatti a immagine e somiglianza dell’Universo”.

Introducendo questo stupendo concetto Lipton aggiunge anche che “ogni proteina del nostro corpo è un complemento fisico/elettromagnetico di qualcosa presente nell’ambiente. Poiché siamo macchine fatte di proteine, per definizione siamo fatti a immagine dell’ambiente, ambiente che è l’Universo o, per molti, Dio”, aggiungendo anche che “poiché l’ambiente rappresenta tutto ciò che è (Dio), e dato che le nostre antenne scaricano solo una banda ristretta rispetto all’intero spettro, tutti noi rappresentiamo una piccola parte del tutto… una piccola parte di Dio”.

Ne La Biologia delle credenze sono tanti i capitoli affascinanti. Stupendo è per esempio il paragrafo che parla dell’evoluzione frattale: uno dei più belli dell’intero libro.

La geometria dei frattali è quella disciplina introdotta dal matematico francese Benoit Mandelbrot che prende in considerazione gli schemi irregolari della natura. Si presenta come una metodologia semplice, basata su schemi ripetitivi e i modelli ripetitivi della natura sono una necessità e non una coincidenza. Sia in natura che nell’evoluzione osserviamo modelli frattali ripetitivi e la storia dell’evoluzione, secondo Lipton, altro non è che una storia di schemi che si ripetono.

L’esempio del prisma è folgorante.  Il modo con cui la luce bianca interagisce col prisma e genera un arcobaleno di luci è una delle più belle metafore per capire realmente la nostra vita.

La Biologia delle credenze di Bruce Lipton ha vinto il premio come miglior libro di scienza nel 2006 negli USA e oggi rappresenta oramai un grande classico. Per coloro che hanno finalmente deciso di andare fino in fondo nella conoscenza di se stessi questo straordinario testo è un passaggio quasi obbligato. L’uomo è libero e una volta compreso che la sua intera vita dipende da se stesso, proprio in virtù di questa nuova consapevolezza di sé, può aumentare esponenzialmente il proprio potere personale e vivere finalmente una nuova e più felice vita.