Emil Cioran, Sillogismi dell’ amarezza. Quando l’ aforisma è fulminante

Aforisma, è una parola che deriva dal greco antico ἁφορισμός e significa definizione. È una massima che in poche parole racchiude il risultato di considerazioni, osservazioni ed esperienze. Sillogismi dell’amarezza sono una raccolta di brevi aforismi, ad opera di Emil Cioran (1911 – 1995), filosofo e aforista rumeno che scrisse molte sue opere in francese. Pubblicata nel 1952 Sillogismi dell’amarezza divenne il libro più letto di Cioran in Francia e in Germania e il più tradotto e pubblicato nelle antologie di aforismi. Si tratta di un vero e proprio capolavoro del pessimismo.

“Coltivano l’aforisma soltanto coloro che hanno conosciuto la paura in mezzo alle parole, quella paura di crollare con tutte le parole”.

Cioran arriva all’aforisma proprio perché ha conosciuto questa paura in mezzo alle parole. E l’idea attorno al quale ruota il pensiero che prende forma nelle sue massime ha come protagonisti proprio quei termini impossibili da dominare e arginare: solitudine, erotismo, suicidio, musica, storia, tempo, morte.

Nei pensieri di Cioran c’è ironia, stravaganza, esagerazione, estremismo. Concetti derivanti dalla scomposizione di tutti quei falsi miti che l’uomo ha generato: dall’ottimismo spirituale alla presunta superbia tecnologica, dalla pretesa della perfezione dell’individuo a tutte le certezze derivanti dal progresso morale.

Il testo di Cioran è una silloge permeata di un pessimismo purissimo dove si presenta l’atto finale di quel sentimento umano di speranza sulla via del tramonto, e dove emerge un dolore autentico comune a tutta l’umanità.

“Vivo solo perché è mio potere morire quando meglio mi sembrerà: senza l’idea del suicidio, mi sarei ucciso subito”.

Si può considerare il pessimismo di Cioran come una vera e propria forma d’arte. Egli con grande abilità e con assoluta fermezza conduce il lettore in lontane vette inesplorate. Apparentemente spogliate di ogni parvenza poetica gli aforismi si forgiano di un nichilismo profondissimo che non demolisce l’uomo ma gli offre l’altra faccia oscura e abissale del significato delle cose. Un umorismo macabro generato da uno scrittore certamente nichilista, ironico e misantropo, ma interessantissimo da un punto di vista filosofico. Paradossalmente è proprio per questo che si ama Emil Cioran, perché questa miscela divina di filosofia e aforisma è di una potenza che stordisce, perché nel momento in cui allontana il lettore ha la potenza di attirarlo nuovamente e irrimediabilmente a sé.

“Migliaia di volte mi sono ritirato in quel ripostiglio che è il Cielo, migliaia di volte ho ceduto al bisogno di soffocare in Dio!”

Gli aforismi presenti in Sillogismi dell’amarezza sono sublimi schegge di riflessioni che tramortiscono. Sono una concentrazione di pensiero che sembra quasi non poter essere contenuta in poco più di una dozzina di parole, tanto è denso il suo significato.

“Mi sono aggirato intorno a Dio come un delatore: incapace d’implorarlo, l’ho spiato”

“Tutte le acque sono color dell’annegamento”.

C’è una quantità enorme di aneddoti di straordinaria importanza tra le pagine di questo piccolo gioiello letterario, pubblicato da Adelphi. Pagine dove si coglie il substrato formativo e culturale del pensiero del filosofo. Pagine dove è evidente l’influenza di un Nietzsche, di uno Schopenhauer e di un Leopardi. Pagine infine edificate sulle macerie di luoghi inviolabili, dove quello che accade si imprime indelebile nella mente, alla stregua di un lontano ricordo.

Questa breve lettura è una salutare boccata d’ossigeno. Una genuina immersione nell’abisso che genera una riflessione, in un contesto sociale dove l’azione di riflettere è sempre più difficile da compiere. Un canto soave sul filo del baratro, che non lascia cadere mai il lettore di sotto, ma lo tiene su, sorreggendolo con centinaia di fili invisibili.