Erling Kagge. Il silenzio, uno spazio dell’anima

Il silenzio è un breve e prezioso saggio elaborato dallo scrittore e filosofo Erling Kagge, pubblicato da Einaudi nel 2017.

Erling Kagge oltre ad essere uno scrittore, nonché editore, è anche un grandissimo esploratore che ha trascorso gli ultimi venticinque anni della sua vita a mettere in fila un primato dietro l’altro e a rivisitare brillantemente il concetto di viaggio. Giusto per fare qualche esempio Kagge nel 1990 ha percorso con gli sci oltre ottocento km nel Polo Nord in cinquantotto giorni, avendo come unico supporto il contenuto del suo zaino. Nel 1993 è stato il primo uomo ad aver raggiunto in solitaria e senza contatti radio il Polo Sud. In questo caso la “passeggiata” è stata di milletrecentodieci km in una cinquantina di giorni. L’anno successivo si è misurato anche con le distanze verticali, scalando l’Everest e guadagnandosi così il primato dei “tre poli”.

Protagonista indiscusso del suo piccolo trattato è il silenzio ed Erling Kagge, anche alla luce del suo straordinario rapporto con la natura, sembra essere la persona più adatta a spiegare il significato profondo di questa parola e di tutto quello che gravita attorno ad essa. Il silenzio, utilizzando la definizione che ne dà il dizionario, è la condizione ambientale definita dall’assenza di perturbazioni sonore, l’assenza di ogni forma di rumore, di suono o di voce. Esso dunque presuppone l’assenza del suono e del rumore e si manifesta quando tutto attorno a noi tace e quando anche noi stessi tacciamo. È in quel momento che possiamo avvicinarci al silenzio che c’è dentro noi.

“Il silenzio è più di un’idea. È una sensazione. Una proiezione. Il silenzio attorno a noi può essere denso di significati, ma a me interessa soprattutto il silenzio che ho dentro. Che in un certo senso creo io”.

Creatori di silenzi. Ecco cosa possiamo tornare ad essere, in un’epoca dominata dal rumore, dove il silenzio è costantemente minacciato. A Kagge interessa soprattutto questo: ricercare il silenzio interiore per farne un’esperienza personale intensa e scandagliare i processi della mente che conducono alla totale immersione nel silenzio.

“È possibile essere presenti nel mondo e al contempo non esserlo? Sì, è possibile”.

Lo scrittore norvegese si pone dei grandi interrogativi. Che cos’è il silenzio? Dove lo si trova? Perché oggi è più importante che mai? A quel punto utilizza trentatré brevi risposte per spiegare quello che secondo lui è il silenzio, dove trovarlo, come cercarlo e perché è così importante. Gli accenni ai concetti filosofici sono ricorrenti e le risposte, tutt’altro che banali, cercano ogni volta di approfondire uno dei vari aspetti del silenzio. Il segreto principale, secondo Kagge, è salvaguardare ancora la nostra capacità di meravigliarci del mondo che ci circonda.

“Martin Heidegger sosteneva che il mondo scompare non appena ci entri dentro. Era proprio quello che stava accadendo a me. Mi sentivo un prolungamento dell’ambiente circostante”.

Concetti come questo aprono le porte a riflessioni profondissime e lo scrittore spazia piacevolmente nella sua analisi. Inoltre le risposte che offre si possono leggere anche in modo non sequenziale. Tutto concorre a sviluppare una riflessione approfondita e a lasciarsi ispirare. Kagge rimarca l’importanza di chiudere il mondo fuori e trovare la forza di mettere a tacere le voci interne ed esterne. La sua riflessione scaturisce da incontri, letture, viaggi con un unico filo conduttore che porta alla salda convinzione che sia proprio il silenzio la chiave per comprendere più a fondo la vita.