Remo Bodei, déjà vu e piramidi di tempo

Per gli amanti del déjà vu e per tutti coloro che ritengono che dietro la riproposizione di situazioni già vissute, si celi un possibile punto di svolta per comprendere chi è realmente l’uomo e di cosa è fatto, il testo di Remo Bodei, Piramidi di tempo, editto da Il Mulino, è assolutamente imperdibile.

Ognuno di noi, in uno o più particolari momenti della propria vita, ha avuto la sensazione di aver già vissuto, in un passato indefinibile, più o meno distante, situazioni assolutamente identiche a quelle che gli si sono appena palesate nel presente. Un’anomalia di poco conto, direbbero in tanti. Il tutto finisce nel giro di pochi minuti, con una sensazione di stupore, assorbita dal trascorrere del tempo, che relega quel momento in zone recondite della memoria. Ma c’è chi non si accontenta. C’è chi vuole vederci chiaro e riguardo a questa pazzia del tempo, della memoria, della percezione, della realtà è pronto a gettare in campo tutto il proprio sapere e a mettere in gioco ogni credenza in suo possesso.

In verità il déjà vu ha cominciato ad attirare l’attenzione dell’uomo diverso tempo fa. Scienziati, filosofi e poeti, a partire dalla prima metà dell’Ottocento, hanno cercato, a modo loro, di dare una spiegazione a questo incredibile fenomeno. Remo Bodei offre un contributo straordinario alla causa. Il suo è un cammino che parte dalla letteratura, con l’analisi di poesie di Shakespeare, Rossetti, Verlaine e Ungaretti,  per passare poi alle teorie filosofiche di Bergson, Benjamin e Bloch e alle più disparate ipotesi mediche del passato e del presente. Il filosofo offre una grande ricostruzione delle diverse storie che si intrecciano su questo affascinante tema, e propone una rigorosa spiegazione del fenomeno.

La lingua di Remo Bodei è una melodia per l’animo e cela la grande abilità che l’autore ha di far riflettere; abilità capace di svelare dietro l’ovvio, o il facilmente spiegabile, l’infinita problematicità di certi pensieri reconditi che albergano nell’uomo. Il libro scivola via con grande piacevolezza. Ottima l’idea di partire dai poeti per spiegare in qualche modo il fenomeno e poi seguire tesi di scienziati e filosofi. La poesia è la sola che apre la mente a idee più ricche e profonde. Partire da lì significa evitare subito di banalizzare l’argomento. Il déjà vu va intanto compreso poeticamente: va intercettato lì. Questo è il primo passaggio. Solo dopo si può procedere a interpretazioni scientifiche, psichiche, mediche e filosofiche.

Il déjà vu come accenna Remo Bodei ha due importanti effetti: “mette in questione il consueto, pigro modo di concepire l’irreversibilità del tempo e inclina la fede in un’inscalfibile e monolitica realtà”.

Effetti non di poco conto, quando si parla di tempo. Il linguaggio aulico, poetico e profondo del saggio, i paragoni, le metafore, le analisi, le allusioni, esposte con acutissima precisione e competenza, formano un affresco riflessivo di grande impatto e stimolano la fantasia del lettore. È necessario spaziare e l’invito di Bodei è quello di riflettere per trovare una giusta e appropriata spiegazione per questo stupefacente fenomeno.

La teoria di Blanqui, l’interpretazione di Bergson, la rivisitazione del fenomeno in chiave poetica di Ungaretti sono solo alcuni stupendi esempi proposti dal filosofo che mettono chiaramente in evidenza la tipologia di approccio utilizzato. I diversi punti di vista attraverso i quali si affronta il fenomeno e gli spunti riflessivi introdotti non mancano di certo.

“L’opposizione vera”, afferma Bodei, “non è quindi tra tempo lungo e tempo breve, ma tra pienezza e scarsità di vita e l’eternità non racchiude in sé la nozione di tempo lungo a piacere, ma quella di vita o forza vitale”.

Calarsi in questa dimensione riflessiva non è facile. È opportuno eliminare i pregiudizi e mettere sul tavolo le proprie indissolubili certezze. Il colpo che il déjà vu assesta al nostro concetto di tempo è di quelli da far tremare i polsi, perché come conclude splendidamente Bodei, “basta una sola ripetizione per dimostrare che il tempo è un inganno”.