Oliver Sacks – L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello

L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello il cui titolo originale è “The man who mistook his wife for a hat” giustamente tradotto alla lettera in italiano, è un saggio neurologico di  Oliver Sacks (1933-2015), neurologo e scrittore inglese di fama mondiale.

Il testo, conosciuto e apprezzato ovunque, è divenuto in poco tempo un bestseller, uno di quei libri che, come ribadisce Pietro Citati, vorresti  consigliare a tutti. Non è pertanto un testo di facile classificazione. Questo libro è tante cose insieme:  è per esempio il resoconto di un medico che si meraviglia dinnanzi agli inverosimili casi clinici che gli capitano. È una raccolta di studi psichiatrici e anche una serie di parabole esistenziali disperate ed esilaranti. È infine una meticolosa riflessione sulla natura umana. Tutto questo rende L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello sicuramente una lettura unica.

La struttura del testo è molto precisa. Quattro sezioni dai titoli Perdite, Eccessi, Trasporti e Il mondo dei semplici e ventiquattro capitoli, ognuno dei quali affronta un caso clinico, descritto abilmente dall’autore, con un lessico al contempo tecnico e letterario. Lo stile narrativo utilizzato da Sacks è un indiscutibile punto di forza del testo. Questo elemento rende l’opera chiara e leggibile, perché accompagna ai numerosi tecnicismi utilizzati per inquadrare le varie patologie, una semplice ma raffinata tecnica di scrittura, adatta anche a chi non possiede le conoscenze mediche per inoltrarsi nei meandri dei casi clinici esposti. C’è da dire che Sacks è innanzitutto un medico dell’anima, perché la sua vista si sofferma sulla persona, con i sentimenti, le passioni e gli stati d’animo che la contraddistinguono e solo dopo passa ad inquadrare la malattia e cerca di fare chiarezza sulle varie cause che hanno determinato la patologia del paziente.

C’è tanta psicologia ne L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, oltre ovviamente all’aspetto neurologico e questo è un altro elemento che depone a favore della bontà dell’opera di Sacks. La sfera dei traumi e dei disturbi mentali (la maggior parte dei pazienti è affetta da varie lesioni encefaliche), è descritta in maniera molto professionale, ma con quella leggera dose d’ironia che offre al lettore un’esperienza di lettura singolare. Da un lato abbiamo il rigore scientifico che affronta i casi clinici e dall’altro la capacità indiscussa dell’autore di divulgarli con un tocco narrativo magistrale. Quest’amalgama sapientemente dosata è la chiave di lettura per l’indiscusso successo dell’opera.

Le storie cliniche raccontate riguardano pazienti affetti da malattie davvero rare, inimmaginabili anche per le persone dotate della più fervida fantasia; eppure sono casi realmente esistiti e tutto ciò che Sacks narra è accuratamente documentato.

Sono pertanto memorabili i capitoli de Il marinaio perduto, La disincarnata, Le visioni di Hildegard, I gemelli e L’artista autistico. Questi cinque casi, da soli valgono l’intero volume. Qui Sacks, accompagnato dall’incredibile singolarità di questi casi clinici riesce ad essere più incisivo. La sua scrittura diventa per certi versi ancora più efficace e coinvolgente.

Per esempio ne Il marinaio perduto si affronta il problema della memoria e Jimmie, protagonista di questo caso clinico vive in un perenne passato non riuscendo a ricordare nulla di cosa gli è successo qualche minuto prima.

Jimmie era e insieme non era consapevole di questa profonda, tragica perdita in se stesso, di se stesso. Se ha perso un sé, se stesso, non può saperlo, perché egli non c’è più per saperlo”.

Agnosia, epilessia temporale, reminiscenza, aprassia, sindrome di Tourette, afasia, sindrome di Korsakov, letargia parkinsoniana, ritardo mentale, sono alcune delle patologie affrontate nel testo.

Sacks nell’analizzare la natura più intima di queste malattie, ha il merito di coinvolgere il lettore nelle sue riflessioni filosofiche sulla vera realtà percepita dal paziente per cercare di comprendere meglio i vari meccanismi psichici che si innescano all’origine di queste affezioni. Cita per esempio Schopenhauer, Hume e Wittgenstein, accompagna la sua diagnosi medica a riflessioni che indagano nel profondo della natura umana, esalta il dettaglio, non da nulla per scontato, non  esprime giudizi personali, non liquida mai i casi come impossibili e mantiene sempre un profilo autorevole e comprensivo.

Alterna storie a volte descritte con toni umoristici, altre volte facendo trapelare il dolore della persona e i limiti che pone la malattia alla piena crescita dell’individuo e alla sua consapevolezza di sé.

L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello di Olive Sacks è un libro di storie di vita, che racconta la vita nelle varie forme attraverso le quali si manifesta. Una vista distante, molto diversa da quella che amiamo definire “normalità”. Queste forme, difficilmente sono accettate o comprese da chi si definisce “sano di mente”, e non ha nulla a che vedere con la componente folle qui descritta. Ma la follia ci abita: è parte di noi. La sola parte che ci contraddistingue per davvero.